“Ma non ti rendi conto di quant’è bello? Che non ti porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato? Non ti senti più leggero?“.
Queste parole di Zerocalcare, dalla prima volta che ho visto Strappare lungo i bordi, mi hanno smosso qualcosa dentro.
Come se avessero accarezzato una parte di me, ancora in fase di guarigione.
Cosa vuol dire essere “soltanto un filo d’erba“?
Viviamo costantemente in corsa, rincorriamo ideali, costruiamo aspettative inarrivabili, cerchiamo una perfezione narcisistica e impossibile da soddisfare.
Ci si sente, sempre di più, in dovere di dare, dimostrare, cambiare, vincere o strafare.
Come se il nostro valore personale si misuri in ciò che diamo, invece che in ciò che siamo.
Invece tu sei soltanto un filo d’erba,
ti confondi in mezzo agli altri, il mondo non è una tua responsabilità.
Non affannarti per rimediare a delle ferite che non hai causato tu, a non deludere aspettative non tue.
L’asse del mondo purtroppo non lo spostiamo noi, abbiamo molto meno potere di quel che crediamo.
Potresti pensare che sia una visione negativa del mondo, che questo modo di accomanarti al resto ti tolga dell’unicità, invece è semplicemente un modo per dirti: “ehi tu, stai tranquill* non sei responsabile di tutto ciò che ti accade intorno“.
Questo pensiero costante di dover migliorare, di dover esserci, di dover prevalere per dimostrare quanto si vale si affievolisce se ti poni nella prospettiva giusta: tu sei tu.
I tuoi errori non sono imperdonabili, le tue ferite non sono sbagliate, tu vai bene anche nel pieno del tuo caos, esattamente come gli altri.
Perché basta guardarsi intorno per rendersi conto che sì, siamo tutti un po’ persi in fondo.
Zero dice “Ho pensato che c’era qualcosa di incredibilmente rasserenante nell’essere solo un filo d’erba, che non faceva la differenza per nessuno e non c’avevo la responsabilità di tutti i mali del mondo.“
Sei come tutti gli altri, un essere umano che un giorno arranca a fatica e un giorno si sente la persona più forte dell’universo.
L’unica responsabilità che hai è nei tuoi confronti.
Spesso ci sentiamo responsabili per un dolore di un’amica, di un problema a casa, del comportamento dei nostri genitori o figli, ma la verità è che tutti siamo macchine complesse e che non tutto ruota intorno a noi.
La linea tra il prendersi le proprie responsabilità e il farsi carico di un peso soffocante che non ci apparitiene è molto sottile.
La vita è fatta di tanti piccoli tasselli incastrati fra di essi. Molti ti permettono di muoverli come vuoi e migliorare le cose, altri invece sono fuori dal tuo controllo e non importa quanto ci provi, non sta a te decidere come collocarli.
Quei tasselli non sono una tua responsabilità e non ci puoi fare nulla, devi semplicemente accettare di non avere alcun potere.
E’ lì che ti lasci andare all’idea di confonderti con gli altri e dire “okay, non sono l’unico responsabile di questo casino che chiamano vita. Va bene così”
E credimi, va davvero bene così,
perché siamo soltanto fili d’erba in un prato e non abbiamo il peso del mondo sulle spalle.
Ecco, visto, non ti senti più legger*?