La prima cosa che ho imparato con la terapia è che ogni caduta vale qualcosa, ma assume valore solo nel momento in cui non ti lasci schiacciare.
Non lasciarti andare quando le cose sembrano farsi difficili, quando le ferite si riaprono e il mondo sembra ribaltarsi sottosopra.
Ci hanno insegnato ad imparare dalle nostre cadute, dai momenti difficili, ma dovrebbero prima insegnarci come accettarli e volergli bene.
Perché se non si accettano i dolori non si potrà mai imparare da essi.
Non saranno mai qualcosa di costruttivo, ma resteranno per sempre un parametro per calcolare il nostro valore.
E’ che guardare il faccia ciò che ci rende vulnerabili è la cosa più complessa e dolorosa di tutte.
E’ come guardarsi ad uno specchio e tra le lacrime realizzare che siamo lontani dall’essere perfettamente guariti e che certe voragini si riapriranno sempre con tanta facilità.
Non puoi scappare, non puoi neanche pensare di trovare un equilibrio se continui ad odiare e rinnegare le tue fragilità, i tuoi momenti di debolezza, quelle paure che ti bloccano la bocca dello stomaco.
Non puoi fuggirne perchè quello sei tu, fa parte di te. E’ parte del tuo organismo e non puoi dimenticartene.
Forse ti dirò una banalità, ma comprendere fino in fondo che quello che siamo è costituito anche da tutte quelle piccole macchie nere che cerchiamo di colorare è ciò che può salvarci da una vita di rincorse e rimpianti.
La via d’uscita non è dimenticarsi dei dolori e nasconderli con un sorriso, ignorarli li renderà più grandi e più potenti.
Siamo tutti dei giocattoli difettosi, siamo tutti dello stesso pianeta.
Tutto, anche quello che ci sembra perfettamente affine all’idea del mondo, sotto sotto di difetti ne ha.